Serramenti tagliafuoco e di esodo (uscita di sicurezza)

Descrizione e applicazione 

Serramento tagliafuocoI serramenti tagliafuoco sono sistemi di protezione passiva in quanto non agiscono sull’incendio ma, per il solo fatto di essere presenti, ne ostacolano il propagarsi.

I serramenti tagliafuoco non hanno una resistenza illimitata al fuoco, ma sono in grado di ritardare la trasmissione del calore, delle fiamme o dei gas generati dall’incendio alla struttura protetta e agli ambienti adiacenti.

I serramenti tagliafuoco devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco che vengono espresse in classi di resistenza; la resistenza al fuoco è la capacità di un componente o struttura di conservare per un determinato periodo di tempo, misurato in minuti, le sue caratteristiche a fronte di un incendio.

La resistenza al fuoco di un serramento tagliafuoco viene espressa qualitativamente mediante un simbolo formato da lettere e quantitativamente mediante un numero.

  • R rappresenta la resistenza meccanica di un componente o dell’intera struttura;
  • E rappresenta la tenuta alla fiamma, ai vapori e ai gas caldi e l’assenza di loro sviluppo sul lato opposto al fuoco;
  • I rappresenta l’isolamento termico.

In questi termini un elemento tagliafuoco può essere così classificato:

  • REI quando mantiene, per un tempo determinato, la stabilità, la tenuta e l’isolamento termico;
  • RE quando mantiene, per un tempo determinato, la stabilità e la tenuta;
  • R quando mantiene, per un tempo determinato la stabilità.

In relazione ai requisiti dimostrati gli elementi vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi: 15 – 30 – 60 – 90 – 120 – 180 minuti.

Con il termine serramenti tagliafuoco sono rappresentati solitamente le seguenti strutture:

  • Porte tagliafuoco interamente in metallo ad una o due ante;
  • Portoni tagliafuoco scorrevoli interamente in metallo;
  • Porte tagliafuoco in metallo con oblò vetrati ad una o due ante;
  • Porte tagliafuoco interamente in vetro ad una o due ante;
  • Porte tagliafuoco interamente in legno ad una o due ante;
  • Porte tagliafuoco in legno con oblò vetrati ad una o due ante;
  • Montacarichi tagliafuoco (saliscendi);
  • Strutture tagliafuoco vetrate;
  • Elementi di chiusura come: maniglie, maniglioni antipanico, dispositivi di chiusura, elettromagneti, etc.

I dispositivi di apertura manuale delle porte poste lungo le vie di esodo devono essere conformi alla norma UNI EN 179:2008 – Maniglie per uscite di emergenza – e alla norma UNI EN 1125:2008 – Maniglioni antipanico – a seguito di specifiche condizioni.

Manutenzione

Maniglioni antipanicoLa manutenzione delle porte tagliafuoco e di esodo è prevista dal D.M. 10.03.1998 e dal Testo Unico sulla Sicurezza d.lgs. n.81 del 2008 e dalla norma UNI 11473-1:2013 che evidenziano come i datori di lavoro hanno l’obbligo di mantenere in stato di efficienza le chiusure di sicurezza antincendio e di effettuare verifiche di controllo ed interventi di manutenzione, secondo le cadenze temporali indicate dal Comando dei Vigili del Fuoco, nel certificato di prevenzione incendi.

Uno degli aspetti più importanti e meno controllati durante le attività di manutenzione delle porte tagliafuoco e di esodo (uscite di sicurezza) è quello relativo alla pressione necessaria che deve essere utilizzata per aprire le porte. Una porta che per aprirsi ha bisogno di una forza eccedente le capacità delle persone medie (senza considerare le esigenze delle persone anziane o di altre necessità particolari) è inutilizzabile. I dispositivi di apertura a spinta devono essere conformi alle norme UNI EN 1125 (Accessori per serramenti – Dispositivi antipanico per uscite di sicurezza azionati mediante una barra orizzontale – Requisiti e metodi di prova) e UNI EN 179 (Accessori per serramenti – Dispositivi per uscite di emergenza azionati mediante maniglia a leva o piastra a spinta per l’utilizzo sulle vie di fuga – Requisiti e metodi di prova ).

Nel dettaglio, il decreto stabilisce in quali attività devono essere installati dispositivi per uscite di emergenza conformi alla norma UNI EN 179:2008, azionati mediante maniglia a leva o piastra a spinta, che sono:

  • Attività aperte al pubblico la cui porta è utilizzabile da meno di 10 persone;
  • Attività non aperte al pubblico la cui porta è utilizzabile da un numero di persone da 10 a 25;

e in quali condizioni sono obbligatori dispositivi conformi alle norme UNI EN 1125, che sono:

  • Attività aperte al pubblico la cui porta è utilizzabile da 10 o più persone;
  • Attività non aperte al pubblico la cui porta è utilizzabile da più di 25 persone;
  • Vie di fuga da locali con lavorazioni e materiali che comportino pericoli di esplosione e specifici rischi d’incendio con più di 5 addetti.

Per quanto riguarda la forza minima da applicare per aprire le porte, una nota ministeriale (8 maggio 2008 – Porte installate su uscite di piano e lungo le vie di esodo. Richiesta di chiarimenti normativi) chiarisce che l’installazione corretta di tali dispositivi (solo sulle porte per le quali il dispositivo è stato progettato ed installato) determina la forza necessaria per lo sgancio delle porte. Tale forza è variabile in relazione alle differenti condizioni di esercizio. Le forze applicate sulla barra di spinta che consentono lo sgancio di porte dotate di dispositivo di apertura antipanico conforme alla norma UNI EN 1125 sono:

  • Porta non sottoposta a pressione sull’anta: 80 N (120 N nel caso di dispositivo corroso),
  • Porta sottoposta a pressione sull’anta: 220 N.

I dubbi riguardanti la forza da imprimere per l’apertura delle porte tagliafuoco con maniglione antipanico hanno portato ad un’ulteriore operazione che deve essere svolta tra i molteplici interventi di manutenzione e che consiste nella misurazione con apposito strumento dinamometrico della forza necessaria all’apertura del maniglione antipanico espressa in Nw. 

Una volta che i dispositivi sono stati installati, le istruzioni vanno consegnate all’utilizzatore, che dovrà conservarle ed utilizzarle per le necessarie operazioni di manutenzione.

Affinché vengano garantite le prestazioni in conformità alla certificazione è necessario che i controlli di manutenzione ordinaria vengano effettuati ad intervalli non maggiori di un mese, verificando periodicamente che tutti i componenti del sistema siano ancora conformi all’elenco dei componenti forniti all’origine.

Inoltre la manutenzione dei dispositivi deve essere realizzata attraverso l’osservanza da parte del titolare dell’attività dei seguenti adempimenti:

  • Conservare la dichiarazione di corretta installazione;
  • Effettuare la corretta manutenzione del dispositivo osservando tutte le istruzioni per la manutenzione fornite dal produttore del dispositivo stesso;
  • Annotare le operazioni di manutenzione e controllo nell’apposito Registro dei Controlli che deve essere tenuto a disposizione del comando dei VV.F.

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