Gli impianti di protezione attiva antincendi, installati nelle attività soggette ai controlli, qualora previsti da specifiche regole tecniche in materia o richiesti dai Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco nell’ambito dei procedimenti di prevenzione incendi di cui al D.P.R. n. 151/2011, nel complesso costituiscono una delle misure fondamentali per il conseguimento delle finalità della prevenzione incendi.
In particolare, questi impianti sono annoverati fra gli accorgimenti intesi a ridurre le conseguenze dell’incendio a mezzo della sua segnalazione e allarme, di rivelazione precoce ed evacuazione di fumo e calore, del controllo ed estinzione rapida nella prima fase del suo sviluppo.
In considerazione dell’importanza che l’aspetto impiantistico antincendio riveste, il legislatore ha ravvisato, la necessità di curare, anche in correlazione con le disposizioni legislative concernenti la sicurezza degli impianti di cui alla al D.M. 22 gennaio 2008, n. 37, l’aggiornamento delle disposizioni di sicurezza antincendio inerenti alla loro progettazione, costruzione, esercizio e manutenzione, mediante l’emanazione del decreto del Ministero dell’Interno 20 dicembre 2012.
L’impianto deve essere costituito da:
- RISERVA IDRICA;
- GRUPPO DI PRESSURIZZAZIONE;
- RETE IDRICA CON DERIVAZIONI PER IDRANTI;
- BOCCHE IDRANTI.
Volume riserva idrica
Per le attività non dotate di specifica normativa, la riserva idrica e la portata che l’impianto deve essere in grado di erogare con un certo numero di idranti contemporaneamente in azione vengono fornite, in funzione del rischio dell’attività e del carico di incendio. Vedasi UNI 10779 e D.M. 10/03/98.
Le attività dotate di norma specifica devono avere la riserva idrica dimensionata in funzione delle indicazioni delle relative norme.
Sistema di pompaggio
Vengono usate pompe centrifughe ad asse orizzontale o verticale accoppiate a motori elettrici oppure a combustione interna.
Ogni gruppo motore – pompa è dotato di un sistema di avviamento automatico e manuale.
La stazione di pompaggio deve essere ubicata in apposito locale destinato esclusivamente agli impianti antincendio, deve avere strutture REI 120 con ingresso da spazio a cielo libero e dovrà essere dotata di impianto di illuminazione di emergenza oltre a quello normale.
Sistema di pompaggio
Per attività con lieve rischio o di non grande importanza, si può usare una sola pompa con motore elettrico ad alimentazione privilegiata oppure con motore a combustione interna.
Per attività con rischi elevati o di grande importanza si devono usare almeno due pompe con motori alimentati da due sistemi diversi (es. elettrici e combustione interna).
Le pompe, per quanto possibile, devono essere installate sottobattente.
Locale pompe
Locali destinati a gruppi di pompaggio ( UNIVVF 11292)
In ordine di preferenza i locali possono essere di tipo isolato, in adiacenza o entro il volume dell’edificio
Accesso da spazio scoperto o da intercapedine antincendio ad uso esclusivo o da percorso protetto.
Altezza almeno pari a 2.4 m, con ribassimlocalizzati fino a 2.0 m
Larghezza corridoi 0.8 m, con restringimenti puntuali fino a 0.6 m.
Aerazione almeno pari a 1/100, con un minimo pari a 0.1 mq
Illuminazione di sicurezza per almeno 60 min, con almeno 25 lux di illuminamento
Rete idrica
Sistema di tubazione fisso in pressione per alimentazione idrica dal quale sono derivati uno o più idranti antincendio.
Deve essere indipendente da qualsiasi altra rete.
La tubazione deve essere protetta:
- dal gelo;
- dagli urti;
- dal fuoco.
Deve essere dimensionata in modo tale da osservare le prestazioni idrauliche chieste dalla norma per l’attività interessata.
Attacco per autopompa
Tutti gli impianti fissi antincendio ad acqua debbono essere dotati di attacchi femmina 0,70 mm per autopompa serbatoio dei Vigili del Fuoco.
Naspo
È una attrezzatura antincendio costituita da: una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida 20 o 25 mm collegata ad una estremità con una rete di alimentazione idrica in pressione e terminante all’altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice e di chiusura del getto.
È una attrezzatura antincendio costituita da: una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida 20 o 25 mm collegata ad una estremità con una rete di alimentazione idrica in pressione e terminante all’altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice e di chiusura del getto.
Viene molto usato nelle attività civili, specie negli alberghi, ed anche nelle attività industriali.
Per rischio lieve non necessita di una rete di alimentazione esclusivamente al suo servizio, ma può essere alimentato da una normale rete idrica.
Presenta tubazioni aventi lunghezza da 20 m a 60 m.
Idrante antincendio
È un attacco unificato dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato ad una rete di alimentazione idrica.
Un idrante può essere:
- a muro;
- a colonna soprasuolo;
- a colonna sottosuolo.
Idrante a muro
Gli idranti a muro in uso in Italia sono :
- UNI 45 (diametro interno 38 mm)
- UNI 70 (diametro interno 62 mm)
- con le estremità filettate maschio.
Ogni idrante, insieme al proprio corredo è contenuto in apposita cassetta con vetro da rompersi in caso di necessità.
Manichetta antincendio
È un tubo flessibile la cui sezione diventa circolare quando viene messo in pressione, mentre è appiattito in condizione di riposo. Viena avvolta in doppio. Ogni spezzone è lungo 20 m con alla estremità un attacco filettato maschio e un attacco filettato femmina UNI 45 oppure UNI 70 mm.
Erogazione dei mezzi estinguenti
Le lance possono essere a leva o a rotazione e l’erogazione del getto frazionato può essere:
- a velo diffuso (laminare) con angolo di 90 erogazione fisso di 90° °± 5°
- a forma di cono con angolo di 45 erogazione non minore di 45°
La norma stabilisce inoltre la gittata effettiva minima:
- Getto pieno: 10 m.
- Getto frazionato a velo diffuso: 6 m.
- Getto frazionato a forma di cono: 3 m.
Lancia erogatrice
È un dispositivo metallico a forma tronco-conica provvisto ad una estremità di un bocchello di sezione opportuna per il getto d’acqua ed all’altra estremità di un attacco filettato femmina unificato 45 mm oppure 70 mm per la manichetta.
Può essere anche dotata di una valvola che permette il getto pieno, il getto frazionato e la chiusura.
Caratteristiche delle reti
Le tubazioni di una rete idranti devono potere essere svuotate senza dovere necessariamente smontare i suoi componenti più significativi e non devono essere esposte a danneggiamenti.
Anche il gelo è un problema da non sottovalutare, infatti nei luoghi in cui la temperatura invernale può scendere sotto lo zero, è necessario che le tubazioni, ove non sia possibile fare diversamente, risultino protette opportunamente contro questo pericolo con materiali coibenti.
Le reti idranti da installare in zone definite sismiche di grado I°, II° e III° devono essere tali da resistere ai movimenti tellurici senza subire rotture.
Quando le tubazioni della rete idranti attraversano strutture verticali ed orizzontali dell’edificio devono essere attuate le necessarie precauzioni volte ad evitare le deformazioni delle tubazioni o il danneggiamento degli elementi costruttivi derivanti da dilatazioni o da cedimenti strutturali.
In ogni caso i sostegni delle tubazioni della rete devono essere non combustibili; i collari devono risultare chiusi attorno ai tubi e non devono essere usati sostegni aperti.
Nella norma sono indicati i diametri, la sezione e lo spessore che devono avere i sostegni
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